La fiamma elettorale ha bruciato le ultime esitazioni degli italiani che non hanno perso occasione per deludermi e pormi ulteriori spunti di riflessione. Se è vero, come è vero, che l’auspicato raggiungimento del consenso largo, o, per così dire, del prostrarsi completamente ai piedi del cavaliere è stato evitato, è anche vero che il risultato elettorale non lascia via di scampo ad una sinistra, volutamente con la minuscola, indifendibile, frazionata, in una parola perdente.
L’analisi che cerco di fare si discosta da quelle che leggo sui giornali e che fanno riferimento al mero risultato numerico, fatto di percentuali e voti reali, di sbarramenti e soglie, di raddoppi o di perdite colossali. Il mio ragionamento è sull’indirizzo che oserei definire sociologico, che è alla base di un certo risultato.
In Europa è stata netta la ventata di centro destra e credo che anche le attestazioni delle liste xenofobe nella parte est del vecchio continente, non facciano che aumentare questo vento, dandogli connotazioni spaventose ed inquietanti.
Pur considerando lo scenario globale, non va sottovalutata la particolarità italiana. Io credo che sia giusto analizzare il comportamento dell’attuale maggioranza, con in testa il premier, cercando di mettere in evidenza quello che in altri paesi europei ed extraoceanici non sarebbe mai potuto avvenire.
Storie come quella di Noemi, quella relativa agli aerei di stato, come le veline prima addestrate da Brunetta, Quagliariello et company e poi ripudiate per non rischiare di crollare nel “ciarpame”, in altre democrazie europee avrebbero avuto come risultato le dimissioni del protagonista con tanto di damnatio memoriae politica. Basti ricordare le dimissioni per i rimborsi del parrucchiere in Inghilterra per notare la netta diversità di trattamento e considerazione che, ahimè, noi italiani riserviamo alla nostra casta.
In Germania il primo ministro Merkel non si è augurato che ci fosse una cordata tedesca per l’acquisizione dell’Opel. Ha condotto e supervisionato su una leale concorrenza europea, nell’unico interesse di salvaguardare azienda e posti di lavoro. Non credo che la vicenda alitaliana sia stata dello stesso tenore.
Il fatto che in Italia persone come Mastella siano state elette nelle ultime europee, per non parlare del fatto che in tutti i telegiornali “che si rispettino” venga a parlarci il Sig. Capezzone, che solo qualche mese fa parlava di qualcosa distante anni luce da ciò che afferma oggi… beh credo che tutto questo basti a connotare con vigoria la poca serietà del popolo italiano.
Nel nostro bel Paese succedono cose che altrove non sono ammesse, con l’unico risultato che la stampa estera e la considerazione degli altri paesi nei nostri confronti decresce come 1/K indicando con K la costante delle cazzate che vengono fuori dal nostro scenario politico.
Non escludo dalla mia critica e dalla mia analisi la sinistra sprecona, narcisista e più che mai frammentata. Le due Sinistre radicali, come ormai amano definirsi anche loro, hanno dichiarato dopo il risultato che “ci si poteva mettere insieme”. Detto da personaggi come Ferrero fa un po’ ridere visto quanto è successo nell’ultimo congresso di Rifondazione. Un occhio compiaciuto lo riservo al conterraneo Vendola che fin dalla sua campagna ha aperto alla collaborazione, alla messa in atto di un cantiere politico che però non si trasformi in una babele di opinioni, posizioni opposte e contrarie. Verso questo credo debba indirizzarsi il povero PD che comunque ha “tenuto” come dice il pur degno Franceschini, con lo stesso tono di un allenatore che ha strappato il pareggio dopo che la squadra avversaria ha colpito solo pali e traverse.
Il fatto che un progetto come quello del Partito Democratico si spenga nelle mille e tortuose vie dei suoi esponenti più affezionati alle vecchie posizioni che interessati al cammino unico, fa in modo che la dispersione dei voti la faccia da padrona a vantaggio di partiti come Italia dei Valori e UDC in cui c’è solo un leader che parla e che dà un indirizzo, nel più berlusconiano dei modi possibili. Nel PD si ha sempre la sensazione che si possa dire tutto e il contrario di tutto. Un partito moderno non può mancare di un, dico uno, tema centrale con il quale tutti siano in sintonia. L’accozzaglia di voci per adesso fa il gioco del cavaliere che nonostante lasci ampi spazi alla Lega incalzante, ottiene sempre il parere unanime dei suoi servi.
Al PD attendono nuove prove, prima della grande prova congressuale che spero si faccia in autunno. Tematiche come quelle del referendum mettono a dura prova le posizioni dei democratici. Converrà virare verso quel famoso bipartitismo, consci del fatto che già ora nonostante si abbia la stessa tessera, non la si pensi nello stesso modo? Oppure si cercherà di aprire scenari di coalizioni, che altro non potranno che ripresentare il crogiolo informe di prodiana memoria?
Credo che tutto questo restituisca un unico messaggio complessivo, quello della povertà riflessiva degli italiani. Siamo diventati un popolo minuscolo, di quelli che come diceva una canzone, non entrano nei libri di storia. Il popolo dei Minimei. Intrisi di realities, capaci di assorbire tutto ciò che non è normale ma che qualcuno, con i suoi mezzi, rende reality. L’astensione non è frutto di una scelta politica, bensì di un totale disinteresse che diventa drammatico se si considera che anche gente che almeno sulla carta dovrebbe essere alfabetizzata, si rinchiude nel più classico dei moniti ignoranti come: “Sono tutti uguali, non mi interessa”.
La chiave sta in noi, nell’interesse, nel parlare, nell’informarsi. Il mondo giovane deve scrollarsi di dosso il torpore della televisione, dell’informazione solo assorbita e mai cercata o riflettuta. Esperienze come quelle di Debora Serracchiani in Friuli dimostrano che si può essere ancora bravi ad incontrare la gente e a raccogliere la fiducia dell’elettorato. “Porta a porta” era il vecchio modo di fare politico di un grande uomo che rispondeva al nome di Enrico Berlinguer… oggi è solo una comoda poltrona bianca su cui più di qualcuno ama sedersi sapendo già che domanda gli verrà rivolta.